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Perché una community per sviluppare, trattenere e attrarre i talenti in Italia
Spinti dalla passione per la ricerca dell'eccellenza e dalla volontà di contribuire allo sviluppo nel nostro Paese, vogliamo creare una community di talenti italiani — protagonisti sia nel nostro Paese che all’estero — che si sono distinti come esperti, leader, scienziati ed artisti nei rispettivi settori, con l'obiettivo di valorizzare lo spirito di appartenenza all'Italia e di favorire un ecosistema capace di sviluppare, trattenere e attrarre i migliori talenti, sia italiani che stranieri.
Obiettivi strategici della community
La focalizzazione della community è mirata a:
- Identificare le azioni e le condizioni necessarie per favorire la competitività, facilitando lo sviluppo dei talenti sul territorio, l’attrazione di talenti internazionali verso l'Italia e l’eventuale percorso di rientro dei talenti italiani dall'estero
- Rappresentare dei "campioni del cambiamento", fungendo da role-model per i profili più giovani
- Creare terreno fertile per lo sviluppo di un sistema di attrazione in Italia di talenti anche di altri Paesi
I talenti in movimento: una sfida globale
Il fenomeno della mobilità dei talenti non è nuovo e si è manifestato nel corso della storia, generato in epoche diverse da motivazioni altrettanto varie. Il nostro progetto vuole focalizzarsi sia sulle persone che sono uscite dall'Italia in cerca di formazione d'eccellenza e opportunità professionali che rispecchiassero le loro capacità e aspirazioni, sia sui talenti internazionali che potrebbero fornire un contributo essenziale per la crescita del nostro Paese. Questi profili sono stati, e continuano ad essere, attratti da culture e contesti economici e fiscali più favorevoli, dalla speranza di miglioramento delle loro condizioni di vita in generale, e dalla possibilità di esprimere al meglio il proprio potenziale in ambienti stimolanti e meritocratici.
L’ecosistema italiano: il problema dell’attrattività e i primi segnali positivi
La mobilità di talenti ("brain exchange") tra i vari Paesi è un fenomeno fisiologico e
auspicabile, foriero di potenziale arricchimento professionale, di contaminazione e
incontro dei saperi. I Paesi più competitivi hanno saputo trasformare questa mobilità
in un vantaggio strategico, creando ecosistemi attrattivi che favoriscono sia l'arrivo di
talenti internazionali sia il trattenimento e lo sviluppo di quelli locali. In Italia abbiamo
assistito, e tutt'oggi stiamo assistendo, ad un flusso migratorio di talenti non
bilanciato da un eguale afflusso di individui qualificati, dando origine a un "brain
drain". Secondo l'ultimo indice IMD World Talent Ranking, l'Italia si colloca al
41esimo posto su 63 Paesi analizzati per attrattività per i talenti, e si trova sotto la
media posizionandosi dietro non solo a quasi tutti i paesi europei e alle più classiche
destinazioni come Stati Uniti, Regno Unito, paesi nord-europei e Australia, ma anche
dietro al Botswana e al Kazakhstan.
Al netto dei rientri, i flussi hanno comportato per l’Italia la perdita di circa 377 mila
giovani tra il 2011 e il 2023, con un costo stimato di capitale umano pari a 134
miliardi di euro, quantificato dal Ministro dell'Economia in 14 miliardi di euro l'anno nel
2019. Questa valutazione sottostima l'impatto indiretto derivante dalla perdita di
potenziale imprenditoriale, considerando che molti di questi talenti avrebbero potuto
contribuire alla creazione di start-up e nuove imprese, generando un effetto
moltiplicatore sull'economia italiana. Tuttavia, un segnale positivo è stato registrato
nel 2024, quando quasi 22.000 giovani sono tornati, con una tendenza al rientro più
marcata rispetto al passato.
Il talento italiano, dall’imprenditoria alle start-up: un potenziale inespresso
È proprio la forte propensione all’imprenditorialità degli italiani ad essere un asset
strategico spesso sottovalutato. Una vocazione testimoniata, ad esempio,
dall’enorme numero di PMI, che secondo Unioncamere rappresentano circa il 97%
delle oltre 5 milioni imprese attive nel Paese. Ma anche dalla vivacità delle start-up:
l'Osservatorio Cribis evidenzia la crescita delle start-up innovative nel 2024, che
raggiungono quota 11.565, con una forte presenza nei settori della produzione di
software e tecnologia. Tale dinamismo imprenditoriale va costantemente
incoraggiato, in quanto rappresenta l’unica vera leva per trattenere e sviluppare
talenti sul territorio nazionale, creando opportunità che possano competere con
quelle offerte all'estero.
La competitività e il brain drain: una perdita economica e sociale
Quando si parla di competitività, emergono tuttavia alcuni nodi critici che limitano la
nostra capacità di attrarre e trattenere talenti e su cui è urgente intervenire: salari non
competitivi rispetto agli standard internazionali, una burocrazia eccessiva che rallenta
processi e iniziative, e una cultura del paese che limita il grado di libertà accademica,
difficoltà di accesso ai fondi per le start-up e scarsa valorizzazione dell'errore come
opportunità di apprendimento.
A questi fattori si aggiunge il “brain drain”, che ha coinvolto vari settori della nostra
società — dalla ricerca all'accademia, dall'industria ai servizi professionali, dalla
medicina alla cultura, e, più di recente al settore tecnologico e informatico. Un
fenomeno che rappresenta una significativa perdita per l'Italia, che ha investito nella
formazione di giovani talenti. Il capitale umano del Paese ne risulta depauperato,
sfociando potenzialmente nel lungo termine anche in una diminuzione della capacità
di innovazione e di crescita economica.
Dal contesto internazionale nascono nuove opportunità
L'aumento del fenomeno dell'emigrazione e la sua crescente rilevanza hanno spinto
nel tempo i governi a implementare politiche mirate per migliorare la competitività e
l'attrattività del Paese per i talenti. In questo contesto un ruolo fondamentale è
ricoperto dalle nostre migliori università i cui rating di attrattività internazionale sono
in continuo miglioramento.
Le attuali condizioni internazionali, con alcuni cambiamenti nelle politiche di
accoglienza in diversi paesi, potrebbero rappresentare un'opportunità per l'Italia, ma
il focus deve rimanere sulla creazione di condizioni strutturali che rendano il nostro
Paese attrattivo per i talenti italiani che stanno all'estero e per quelli stranieri che
possono scegliere di venire in Italia.
Costruire la rete, partire dai leader
Queste circostanze rappresentano una grande occasione per invertire la rotta. È
quindi urgente lavorare per l'identificazione e il potenziale sviluppo, trattenimento e
attrazione delle professionalità altamente qualificate, un obiettivo che richiede uno
sforzo congiunto tra il governo centrale, le istituzioni locali, le università, il sistema
delle imprese e i promotori culturali.
Il nostro proposito è dunque di creare una community di talenti, sia italiani all'estero
che presenti sul territorio nazionale, leader nei rispettivi settori, pronti a contribuire
alla progressiva creazione di condizioni per lo sviluppo, il trattenimento e l'attrazione
di talenti. Vogliamo costruire una rete insieme a istituzioni, aziende e start-up capaci
di influenzare il cambiamento di rotta e riportare l'Italia tra le mete ambite dai migliori
leader e talenti, italiani ed internazionali.
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Why we are creating a community of Italian talent
Driven by a passion for researching excellence and our willingness to contribute to our country’s development, we aim to create a community of Italian talent — made up of leaders both at home and abroad — who have distinguished themselves as experts, leaders, scientists, and artists in their respective sectors. Our objective is to strengthen a sense of belonging to Italy, and to foster an ecosystem that can develop, retain, and attract top talent.
Strategic objectives
The community aims to:
- Identify actions and conditions that can enhance Italian competitiveness, develop home-grown talent, attract international talent to Italy, and help persuade overseas Italian talent to return home
- Act as “champions of change”, serving as role-models for younger leaders
- Help develop a system that attracts international talent to Italy
Talent movement: a global challenge
Talent mobility is not new; it has occured throughout history, driven by different motivations across different eras. Our project focuses both on individuals who have left Italy in pursuit of training and professional opportunities, and on international talent who could make an essential contribution to Italy’s growth. These leaders have been, and continue to be, attracted by the prospect of a more favorable culture and economic and fiscal environment in the hope of improving their overall quality of life. They are also attracted to the opportunity to maximise their potential in a stimulating and meritocratic environment.
The Italian ecosystem: the attractiveness problem and the first positive signs
Talent mobility (“brain exchange”) between various countries contributes towards potential professional enrichment, and the sharing and exchange of knowledge. The most competitive countries have transformed this mobility into strategic advantage, creating attractive ecosystems that facilitate both the arrival of international talent, and the retention and development of home-grown leaders. In Italy, we have witnessed, and continue to witness, a talent migration, one that is not balanced by an equal inflow of qualified individuals, resulting in a “brain drain” phenomenon. According to the latest IMD World Talent Ranking Index, Italy ranks 41st out of 63 countries in terms of talent attractiveness, behind not only most European countries and destinations such as the United States, the UK, the Nordics, and Australia, but also behind Botswana and Kazakhstan.
These migration flows led to Italy’s loss of approximately 377,000 young individuals between 2011 and 2023, with an estimated cost of 134 billion euros in terms of human capital, quantified by the Ministry of Economy as 14 billion euros per year in 2019. This evaluation underestimates the indirect impact of losing entrepreneurial potential, considering that most of this talent could have contributed to the creation of start-ups and new companies, generating a multiplier effect on the Italian economy. Nevertheless, a positive sign occurred in 2024, when almost 22,000 young people returned to Italy, marking a more pronounced return trend compared to the past.
Italian talent, from entrepreneurship to start-ups: an unexpressed potential
It is precisely the strong entrepreneurial tendency of Italians that represents an often-underestimated strategic asset. This vocation is evidenced, for example, by the enormous number of SMEs which, according to Unioncamere, represent approximately 97% of the over 5 million active businesses across the country. It is also evident by the vitality of start-ups: The Cribis Observatory highlights the growth of innovative start-ups to 11,565 in 2024, with a strong presence in the software production and technology sectors. This entrepreneurial dynamism needs to be constantly encouraged, as it represents the only true lever for retaining and developing Italian talent, creating opportunities that can compete with those offered abroad.
Competitiveness and brain drain: an economic and social loss
When discussing competitiveness, several critical issues limit our ability to attract and retain talent and urgently need to be addressed: non-competitive salaries compared to international standards, excessive bureaucracy that slows down processes and initiatives, a national culture which restricts academic freedom, difficulty in accessing funds dedicated to start-ups, and not viewing failure as an opportunity for learning.
The “brain drain” phenomenon must then be added to all these factors, which have affected various sectors of our society — from research to academia, industry to professional services, medicine to culture, and, more recently, the technology and IT sectors. Brain drain represents a significant loss for Italy, which has invested in the education and training of its young people. As a result, the country’s human capital is being depleted, potentially leading to a decline in innovation capacity and economic growth over the long-term.
New opportunities emerge from abroad
Successive governments have sought to implement policies that improve Italy’s competitiveness and talent attractiveness. In this context, a key role is played by our top universities, whose international attractiveness ratings are steadily improving.
Current international conditions, including changes in immigration policies in several countries, could represent an opportunity for Italy. However, the focus must remain on creating structural conditions that could make our country more attractive both for Italian talent residing abroad and for international leaders who may choose to come to Italy.
Building the network, starting with the leaders
These circumstances represent a great opportunity to reverse the trend. There is an urgent need to work on identifying and potentially developing, retaining, and attracting highly qualified professionals, an objective that requires a combined effort by central government, local institutions, universities, the business sector, and cultural promoters.
Our goal is to create a community of talent, both Italians abroad and those already in Italy, who are leaders in their respective sectors and ready to help create the conditions needed to foster greater talent development, retention, and attraction. We aim to build a network together with institutions, companies, and start-ups capable of driving change and restoring Italy’s position as a desirable destination for top leaders and talent, both Italian and international.